LA STORIA DELLA LAPAROSCOPIA

La chirurgia laparoscopica o miniinvasiva si è rapidamente evoluta negli ultimi decenni, diventando lo standard per il trattamento di alcune patologie addominali. L'intervento viene eseguito introducendo, attraverso la parete addominale, piccole “cannule” (trocar) di 5-10 mm di diametro, che consentono, dopo aver insufflato del gas in addome (pneumoperitoneo), l'inserimento di una videocamera ed altri strumenti operatori, il tutto attraverso orifizi di piccole dimensioni. È possibile in questo modo eseguire resezioni di organi minimizzando le cicatrici chirurgiche.
Se l'intervento di colecistectomia laparoscopica è divenuto ben presto il trattamento “gold standard”, la chirurgia laparoscopica del colon-retto ha avuto una affermazione più lenta, soprattutto per quanto concerne il trattamento dei tumori del colon-retto. Nelle fasi iniziali, infatti, molti dubbi erano stati sollevati circa l'appropriatezza oncologica della resezione, l'adeguata asportazione di linfonodi ed eventuali rischi correlati al pneumoperitoneo. Dopo oltre 20 anni dalla prima colectomia laparoscopica (1991) molti di questi dubbi sono stati finalmente superati grazie alla pubblicazione di numerosi studi che hanno confrontato I risultati, sia in termini oncologici che funzionali, dopo chirurgia laparoscopica e tradizionale (laparotomica).
Di particolare rilievo sono stati I risultati di 4 grossi trials multicentri randomizzati: il COST (trial statunitense), il CLASSIC (prevalentemente britannico), il COLOR (che ha coinvolto numerosi centri europei) ed il BARCELONA trial (studio unicentrico spagnolo).